Personale di Lorenzo Basile- "STRATIFICAZIONI"

articolo della prof. ssa Hylde Salerno
Stratificazioni:la mostra di Lorenzo Basile a Villa Lanzara
La mostra è patrocinata dal Comune di Sarno, organizzata in collaborazione con Mediavox Magazine e con il Centro Culturale Artemisia e saràvisitabile dal 26 Giugno al 4 Luglio.
Di Hylde Salerno
Il 26 giugno si è inaugurata Stratificazioni, l’ultima mostra dell’artista Lorenzo Basile. L’evento, moderato con la consueta professionalità dalla giornalista Viridiana Myriam Salerno, direttore di MediaVox Magazine,ha visto gli interventi del sindaco Francesco Squillante, della prof.ssa Annamaria Della Porta,Consigliere delegatoalla Cultura e agli Eventi, del Presidente del Centro Culturale Artemisia Alfonso Annunziata e della critica d’arte prof.ssa Antonella Nigro. Presente, seppur con la pudica discrezione di chil ascia parlare le proprie opere, lo stesso Lorenzo Basile, che ha scelto di essere al tavolo simbolicamente, custode silenziosoche affida le sue parole alle sue opere. A immortalare la serata, l’occhio sapiente della fotografa AnyRuggiero.
Nel suo intervento iniziale, la giornalista Salerno ha sottolineato la forza introspettiva di un artista che scava nei colori, cercando di trasformare la tela in memoria.“Le opere di Basile non si guardano: si attraversano” dice. Occhi, mente e cuore devono procedere all’unisono per cogliere la profondità catartica e il potenziale delle tele esposte.
Il Sindaco Francesco Squillante, con parole di stima sincera, ha ricordato non solo l’uomo e il dipendente comunale, ma soprattutto l’artista. Lorenzo Basile è parte del tessuto vivo di Sarno, un volto noto, un simbolo culturale: ogni cittadino, almeno una volta,si è imbattuto in una sua opera. Per questo la mostra è stata inserita nel calendario ufficiale degli eventi, come momento divalorizzazione delle bellezze della città.
La prof.ssa Annamaria Della Porta ne ha invece tracciato brevemente un ritratto più intimo, sottolineando come Basile sia anche poeta: la sua pittura, come i suoi versi, nasce da una sorgente profonda, da un invito a guardarci dentro.
A seguire, il Presidente Alfonso Annunziata ha messo in luce la passione che anima l’artista, ringraziandolo a nome personale e dell’intero Centro Culturale Artemisia. La sua presenza, ha affermato, arricchisce e nobilita il percorso culturale del territorio.
La prof.ssa Antonella Nigro, critica d’arte, ha infine inquadrato l’opera di Basile all’interno del panorama contemporaneo, rilevando come il suo retroterra sia nutrito da un’intensa conoscenza delle avanguardie storiche, da studi profondi e da una continua tensione spirituale. Per lei, le opere in esposizione sono tutte riconducibili a un linguaggio informale dal tono personale e meditativo. Il percorso artistico di Basile, infatti, si è originato in un figurativo essenziale, via via dissolto in una ricerca più astratta, dove la forma, incapace ormai di contenere l’intensità del contenuto, si disgrega e sgretola per dar vita a una nuova dimensione. Per la prof.ssa Nigro, il titolo Stratificazionisi apre a molteplici letture. La prima è di natura tecnica e materica: le tele, infatti, non si esauriscono nella bidimensionalità pittorica, ma incorporano rilievi, increspature, oggettiche conferiscono corpo, spessore e tattilità. La seconda accezione è storica:si tratta di una stratificazione intesa come il sedimentarsi di esperienze, di memorie e di ferite. Basile,, figlio del suo tempo, interpreta e interroga questo nostro presente inquieto, senza cedere alla retorica, restituendolo con uno sguardo trasfigurante. La terza è una stratificazione collettiva, dove ogni spettatore può perdersi nella tavolozza cromatica del Basile, leggendovi qualcosa di proprio.
La sua tavolozza predilige il blu, colore della spiritualità e dell’inconscio. È un blu che vibra nelle sue infinite sfumature, dal cobalto al turchese, fino a toccare il silenzio del nero da intendersi non come colore del lutto ma come mistico. Al suo fianco c’è il rosso,del sangue e del fuoco,che nella simbologia cristiana è ponte tra il divino e l’umano,sacrificio e passione insieme. Alcune opere virano verso l’arancionee il giallo, colori dell’espansione e dell’energia solare: sono icromatismi del cambiamento.
Trai topoi della poetica di Basile c’è anche il silenzio. In un’epocadi iperconnessione, la sua arte sembra invitarci ad un ritorno a sé. Il silenzio è un atto di riappropriazione interiore. Le sue tele, sobrie ed eleganti, ne sono custodi.
Il percorso espositivo, composto da una trentina di opere, ospitato al terzo piano, si snoda attraverso tre stanze cromatiche, ciascuna portatrice di un respiro emotivo differente.
Nella prima sala, dominata dai toni del blu, si avverte un’atmosfera intima, contemplativa. Una decina di opere evocano la quiete del maree la vastità del cielo, immergendo lo spettatore in una sospensione rarefatta. Una frase del piccolo Francesco, figlio della giornalista Salerno, risuona come una rivelazione: “Le pennellate di blu sono come fulmini bagnati.” Un’immagine potentemente poetica che coglie l’essenza vibrante di queste tele. La materia,inglobata o modellata sotto uno strato pittorico ,crea in alcune opere dei rilievi che ricordano i panneggi sacri,come quelli che vestivano le Madonne medievali ma, spogliati di ogni riferimento iconografico. Questa materia sommersa dal colore diventa così una mappa emotiva, una topografia dell’anima. I drappeggi congelati nella quasi totale monocromia sono al contempo ferita e memoria,una sorta di sudario che trattiene le emozioni sepolte sotto le stratificazioni che danno appunto nome alla mostra. L’artista non descrive, ma evoca, plasma col gesto un ricordo o un’essenza, in una pittura che a tratti si fa bassorilievo o scultura.
Nella seconda stanza, dominata dal rosso, l’atmosfera si infiamma. Le opere vibrano di una forza tellurica, arcaica, che richiama la lava e il battito del sangue. È la stanza del corpo, della passione, del gesto che incide edel dolore che si fa traccia. Il rosso, denso e saturo, si trasformain campo emotivo aperto, spazio dove lo spettatore si smarrisce per ritrovarsi carico di energie prorompenti.
L’ultima stanza, nei toni più carnali del rosa, colpisce per la presenza di alcune opere che sullo sfondo violaceo,colore già di per sé spirituale,sia prono su una fenditura centrale, ardente e pulsante, che si impone come segno primigenio,ferita e soglia insieme.La forma ovale, incisa e sporgente, richiama la vulva come simbolo arcaico del mistero femminile e dell’origine. Siamo in presenza di unregistro quasi mitico, dove la materia pittorica si fa pelle, carne, apertura sacra. C’è un'ecoancestrale in queste tele ispirate al principio femminile, al potere di contenere, di accogliere e di trasformare. La vibrazione cromatica tra il rosso interno ,quasi sanguigno,e i toni del rosa e del lilla che lo circondano,suggerisce un’energia interna,un’alchimia di materia e spirito. L’elemento materico accentua l’idea di una tridimensionalità non semplicemente fisica ma emotiva, quasi uterina, che avvolge lo spettatore in una presenza viva, pulsante.Si intravede una grammatica della carne che si fa icona, una sacralità del corpo che riaffiora come memoria antica.
A chiudere il percorso espositivo, quasi come un abbraccio finale, una tela nei toni vibranti del giallo, dell’arancio e del verde: colori che si espandono come raggi di sole nell’anima, irradiando energia e leggerezza. È un’opera che raccoglie lo spettatore,accompagnandolo fuori dalla mostra con un senso di rinascita, dopo aver attraversato la densità emozionale e simbolica delle stanze precedenti. In essa si compie un gesto di restituzione: la materia si fa luce, la pittura si fa respiro.
Lorenzo Basile si conferma, ancora una volta, un artista completo, capace di coniugare nella sua opera una poesia dell’anima e un gesto pittorico carico di intensità emotiva.
Hylde Salerno
sabato 12 luglio 2025
via Lanzara - Sarno - Salerno - Italy
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