Senza titolo

mista, 2025

Quest'opera pittorica, che sembra appartenere al linguaggio dell'astrazione materica, si presenta come una composizione intensa di blu sovrapposti, declinati in varie sfumature e consistenze. L'uso del colore è predominante e avvolgente, suggerendo una riflessione sul tono come veicolo emotivo più che narrativo.
La superficie della tela è fortemente lavorata: si nota una stratificazione spessa di colore, probabilmente acrilico o olio, steso con spatola o strumenti non convenzionali. Questa materia pittorica crea un rilievo tattile che conferisce fisicità all'opera. Le tonalità vanno dall'azzurro chiaro fino al blu oltremare, passando per un cobalto saturo. La parte inferiore è più uniforme e granulosa, mentre quella superiore appare più frastagliata, con segni più marcati e gestuali.
Il cromatismo, limitato volutamente all'universo del blu, richiama sensazioni di profondità, silenzio, meditazione e forse una certa malinconia. Il movimento delle pennellate e delle spatolate suggerisce una dinamica interna all’opera, come se si trattasse di un paesaggio sommerso, una massa d’acqua, o perfino un’emozione stratificata.
L’opera si inserisce nel solco dell’informale europeo, riecheggiando maestri come Antoni Tàpies o Emilio Vedova per la potenza materica, ma con un linguaggio più contenuto, quasi introspettivo. La scelta monocromatica è audace, ma efficace, e consente allo spettatore di focalizzarsi sulla texture, sulle variazioni di luce e sulla composizione.
Questo lavoro è un esempio riuscito di pittura astratta materica: non racconta, ma evoca. Non descrive, ma invita a sentire. È un’opera che richiede tempo, uno sguardo lento e sensibile per cogliere la sua forza silenziosa. Si tratta di un'opera sofisticata nella sua apparente semplicità, capace di trasmettere emozioni profonde attraverso una ricerca gestuale e cromatica coerente.

Informazioni generali